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Come cambia lo sguardo

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La mia è una testimonianza: bambina negli anni Cinquanta e ragazza in quel Sessantotto che prima ci sconvolse e poi ci deluse.

39 disponibili

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Descrizione

Il corpo principale del libro Come cambia lo sguardo è la narrazione dei miei primi trent’anni di vita. E io chi sono? Una persona già nota al pubblico? Con una certa visibilità? No. Sono una persona qualsiasi, una donna in questo caso, che si è trovata a rievocare, con spontaneità e gioia della memoria, momenti della propria vita e intanto, nello scrivere, si accorgeva che questi coincidevano con passaggi epocali soggetti a forti cambiamenti di sguardo. Dai primi anni Cinquanta – quasi un dopoguerra – quand’ancora a Bologna, negli inverni freddi, sentivo odore di frittelle impastate con farina di castagne e cotte per strada, le “mistocchine”, fino ad arrivare al marzo del ’77 – Radio Alice e gli Anni di piombo come una nube scura… infine l’approdo a Bergamo e all’età adulta. In mezzo, riaprendo i cassettini della memoria, stanno l’ubriacatura del miracolo economico, il Sessantotto e quanto poi ne derivò. Un percorso di vita in quegli anni, da bambina a donna, in cui cambia lo sguardo.

AUTRICE Susanna Trippa è nata a Bologna e lì laureata in Lettere moderne e Storia dell’Arte. Si trasferisce a Bergamo nel 1977, dove lavora prima come insegnante poi nel settore pubblicitario. Da vent’anni vive in Valcavallina, con famiglia ed animali, nella casetta che ha dato nome e immagine al suo primo libro I racconti di CasaLuet (2008 Lampi di Stampa) Una fitta rete di racconti, sogni e magia. Il romanzo epico/fantasy Il viaggio di una stella (2015 Elison Publishing) è il suo ultimo pubblicato.

Informazioni aggiuntive

Autore

Genere

Collana

Pagine

Formato

ISBN

Anno

8 recensioni per Come cambia lo sguardo

  1. Librilamiavita

    Un libro che lascia decisamente il segno, soprattutto per chi quegli anni li ha vissuti. Io sono nata un po’ dopo ma i racconti dei miei genitori e dei miei nonni sono stati per me come un vissuto. Anche se sono nata negli anni 70’, la mia infanzia non è stata molto diversa da quella descritta da Susanna: a distanza di anni, confrontandola inevitabilmente con quella dei mei figli, mi rendo conto di aver vissuto degli anni meravigliosi, un tempo bellissimo alla continua scoperta di cose nuove, un tempo in cui la noia non ha mai fatto parte della mia vita. L’autrice ci racconta di un tempo andato e che purtroppo non tornerà più in cui l’infanzia e la gioventù erano scanditi da legami profondi e duraturi, in cui ogni cosa dovevi scoprirla da te perché i rapporti con i tupi genitori erano diversi e non potevi soddisfare la tua curiosità su internet e la tua amica diventava inevitabilmente la tua complice. Pagina dopo pagina, si snoda la vita di Susanna in un susseguirsi di ricordi che catturano l’attenzione del lettore e che l’autrice alterna a profonde riflessioni: l’infanzia, i genitori, gli amici, la scuola, le vacanze ed il mare. E poi la crescita, l’adolescenza ed i suoi cambiamenti, il liceo e l’università con le nuove esperienze di vita, i meravigliosi viaggi presso mete lontane e con mezzi di fortuna. Tutto ci parla di un tesoro prezioso perduto perché superato dalla modernità. Tutto scorre non solo il tempo ma anche mode, libri e film, tutti rigorosamente citati dalla scrittrice a rafforzare l’affresco di quegli anni che ora appaiono così lontani. Lo stile è fluido con una narrazione scorrevole e molto accattivante: una narrazione che suscita sentimenti contrastanti e per questo in grado di tenere sempre viva l’attenzione. Confesso che è un libro che mi ha tenuto sveglia, non per la lettura, ma per sentimenti piuttosto forti che ha suscitato in me: a volte ho sognato i miei ricordi di infanzia, un’infanzia che avevo quasi perduto, assorbita come sono da un’epoca così diversa. E inevitabilmente ho pensato a tutte le cose belle che hanno perso i miei figli perché la felicità risiede nelle piccole cose, conquistate giorno per giorno e per questo più apprezzate.

  2. Roberto B.

    Come cambia lo sguardo racconta la vita dell’autrice descrivendo come la vita è cambiata. Generazioni a confronto, il classico rigido della generazione che ha vissuto la guerra e il colore di sfida di coloro che ripudieranno la guerra. Il sessantotto è entrato nelle vite dei ragazzi senza bussare, ha sfondato la porta cambiando le esistenze. Voluto dai giovani dell’epoca ma incompreso dagli adulti che hanno sempre visto la nuova generazione come persa in tutta quella modernità. Lo sguardo cambia ma la storia no, i ragazzi del sessantotto si scontrarono con la generazione precedente come oggi i ragazzi del duemila si scontrano con chi non vuol cedere allo smartphone, ai social, alla realtà virtuale, insomma al forte progresso tecnologico. In pratica come l’idea del sessantotto entrò senza bussare oggi l’invasore è la tecnologia. Ad ogni modo Come cambia lo guarda apre gli occhi del lettore su un periodo tanto difficile quanto affascinante e Susanna lo fa con uno stile ed eleganza che rendono la lettura piacevole e coinvolgente.

  3. Paolo

    Un romanzo veramente particolare quello di Susanna Trippa. Un’autobiografia, un tentativo ben riuscito di immortalare sulla carta ricordi e momenti fondamentali e semplici della vita.
    Un tuffo nella memoria di una donna, vissuta in un’epoca incredibile e ricca di eventi di portata eccezionale. Siamo abituati ad osservare la storia attraverso quei grandi e importanti eventi che ne hanno inevitabilmente cambiato il corso. Spesso, però, ci si dimentica che mentre avvenivano quei grandi fatti, le persone vivevano, sognavano, andavano al cinema, in vacanza…Insomma, vivevano le proprie vite e osservavano il mondo, cercando di cogliere il senso di ciò che accadeva interno a loro.
    Prima, attraverso brevi e sporadiche immagini, come istantanee immortalate nella memoria, l’autrice ci riporta ai suoi primissimi anni, alla scuola, ai giochi di un tempo, alle passeggiate per le strade di Bologna con i genitori, ai cinema affollati, ai giochi, semplici e divertenti con la cara amica d’infanzia Valentina. Poi, attraverso immagini più lunghe, come filmati, veniamo trasportati ai primi giorni di scuola, ai primi esami e ai primi amori, alle prime vacanze senza genitori, a quelle con i compagni di classe, alle prime delusioni. Proseguendo con la lettura risulta più evidente il rapporto con alcuni fatti storici rilevanti poiché essendo più grande e matura, l’autrice, riesce a cogliere la portata di alcuni eventi fondamentali, sebbene si renda lei stessa conto che questi giungano in Italia, il più delle volte, solo come echi lontani. Ancora, negli anni del liceo e dell’Università, il conflitto interiore, gli echi del ’68, lo scalpitare dei giovani per rompere le tradizioni del passato e portare qualcosa di nuovo.
    Attraverso uno stile raffinato, ricercato e poetico l’autrice, una sognatrice, una lettrice e una cinefila appassionata, una ragazza con tanta voglia di vivere, sperimentare, viaggiare, ci racconta una storia incantevole.
    Vivamente consigliato!

  4. Maurizio Scandurra

    In un momento storico di continui cambiamenti, indecisioni e relativismi di ogni genere che fioriscono come funghi, val la pena fermarsi a riflettere. Per capire chi siamo, da dove proveniamo, e, soprattutto, dove stiamo andando. Quale direzione abbiamo intrapreso, e soprattutto quale approdo ci attende. Per capire, per l’appunto, “Come cambia lo sguardo”, alle volte, il più delle volte, occorre guardarsi indietro, alle spalle. E rivolgere l’occhio alla memoria dei ricordi: quelli più sottili, più fragili, forse anche più intimi e personali, ma che, spesso, sono anche i soli in grado di dare una giusta e corretta lettura al passato perché sia di piena utilità alla comprensione del presente. Proprio come ha saputo fare Susanna Trippa, stimata scrittrice e intellettuale, che nel suo ultimo romanzo approfondisce, sul filo dell’autobiografia mai autoreferenziale né tantomeno celebrativa, i volti, i colori, gli umori, i pensieri, gli stili, le abitudini e gli atteggiamenti di un’epoca – il Sessantotto e i suoi lasciti – che, per certi aspetti, molto ricalca del momento attuale.

  5. Il libro dei fatti

    “Come cambia lo sguardo. Gli inganni del Sessantotto” è il nuovo romanzo autobiografico di Susanna Trippa, classe 1949 con le prefazioni del senatore Ignazio La Russa e del giornalista Maurizio Gussoni. La sua è una testimonianza: bambina negli anni Cinquanta e ragazza nel Sessantotto. Le varie fasi di formazione della protagonista – dall’infanzia all’età adulta – si legano strettamente ai forti cambiamenti di sguardo che accompagnarono il periodo che va dagli anni Cinquanta a quelli di piombo nella rossa Bologna. Susanna Trippa è nata nel capoluogo emiliano.

  6. C.

    Devo ammettervi che inizialmente ho avuto un approccio negativo alla lettura, in quanto la prefazione (anche abbastanza lunga) mi ha portato a credere si trattasse di un libro a stampo fortemente politico, mentre dalla sinossi mi ero fatta tutt’altra idea. Ma da buona lettrice non mi sono lasciata ingannare e sono andata oltre. E ho fatto bene!
    Infatti, si è rivelato essere un libro particolare che parla del vissuto personale dell’autrice, che lega sontuosamente il racconto ai fatti storici del periodo della sua infanzia e della sua gioventù, con uno sguardo soggettivo, ma anche molto critico. L’ho letto a piccole dosi, assorbendone lentamente la ricca intensità. Sì, è vero, la politica c’entra, ma rimane marginale, di sfondo. Non c’è una trama, non è un romanzo, ma è il racconto in prima persona dei momenti significativi che hanno caratterizzato la vita dell’autrice, che narra facendosi trasportare dal filo dei ricordi. Da quelli più antichi, legati a un’infanzia vissuta in una Bologna del primo dopoguerra, a quelli successivi caratterizzati dall’entusiasmo per le prime novità del boom economico; da quelli vissuti tra i banchi di scuola, a quelli dei primi viaggi in Oriente, rigorosamente in autostop. E tanto altro.
    Susanna Trippa ci regala miriadi di istantanee di un periodo che ha fatto sognare numerose generazioni, narrandocele, però, con la sincerità più assoluta e, soprattutto, dando la priorità alle proprie sensazioni. E’ così che sentiamo con lei il profumo delle mistocchine in una tranquilla Bologna dei primissimi anni Cinquanta, attraversiamo con lei il cortile della casa di Via Gorizia, osserviamo i bambini maschi che giocano a fare la guerra, siamo con lei a guardare i film nei cinema all’aperto nelle sere d’estate, ci trucchiamo di nascosto insieme all’amica del cuore Valentina, e intraprendiamo con l’autrice quel percorso di crescita interiore che porta a voler capovolgere il conformismo dell’epoca, a voler evadere da una realtà stretta, a sentirsi parte di qualcosa che, in fin dei conti, è l’altra faccia della medaglia.
    Un libro che non si limita al racconto in sé, ma attraverso le profonde riflessioni dell’autrice ci narra la sua “rossa” e “rivoluzionaria” giovinezza, facendoci percepire il senso di insoddisfazione e la voglia di ribellarsi di una generazione costretta a fare, inconsapevolmente, da anello di congiunzione tra l’antico e il moderno.
    Una peculiarità che ho adorato, da patita di fotografie quale sono, sono proprio le foto personali che fanno capolino di tanto in tanto tra un capitolo e l’altro. Numerosi e graditi sono, inoltre, i riferimenti cinematografici e musicali.
    Per non parlare dello stile di scrittura: fluido, semplice e impeccabile…il sogno di ogni lettore!
    Se dovessi utilizzare degli aggettivi, definirei questo libro intenso, attuale e difficile.
    Intenso, perché travolge completamente il lettore.
    Attuale, perché il percorso interiore dell’autrice, al di là del contesto storico, è quello che, a mio parere, vive ogni giovane individuo che si approccia al mondo degli adulti.
    Difficile, perché l’autrice narra di un periodo storico non spiegando alcuni concetti o riferimenti che non tutti conoscono.
    Per me “Come cambia lo sguardo” è tutto questo.
    E’ storia.
    E’ sentimento.
    E’ pensiero.
    E’ testimonianza di un passato recente che si deve conoscere.

  7. Lucia Accotto

    L’entusiasmo, l’euforia, si infiammano e si spengono con niente. Gli animi, a volte, seguono le correnti. Si lasciano influenzare o si attaccano alla propria voce. Il senso di appartenenza politico, culturale, territoriale, identitario, per molti segna la strada. È una bussola emotiva che cresce o muore a seconda dei casi e delle persone. Appartenere a qualcosa significa avere dei principi, degli obiettivi, non perdersi quando le nuvole coprono le sicurezze. Certo, non bisogna avere i paraocchi. Essere chiusi nelle proprie convinzioni, facilmente confutabili, è da ottusi. È come restare bambini con il palloncino in mano, allentata la presa alla prima distrazione, scappa. A tradimento. È vero, usare troppa ragione inasprisce l’anima, però, assecondarla troppo si rischia di essere travolti. I dubbi servono, sono fondamentali, rinfrescano il senso critico e costruiscono la personalità di ognuno. Insomma, anche le certezze sbiadite dall’appartenenza ad un ideale può essere ripudiate. E siamo ingannati da noi stessi o da chi ci ha fatto credere che fosse giusto così, che le cose andavano cambiate, fatte. I poteri forti nascondono molte verità, insabbiano appartenenze, decidono da quale parte guardare, su chi e cosa puntare. Velando, oscurando e addirittura anche distorcendo gli obiettivi a cui la massa si volge con speranza. Pochi conoscono la vera appartenenza a qualcosa, che poi diventa altro, che si modifica sulla base delle menti poco rette e degli interessi di potere. La politica ne è un esempio. In Come cambia lo sguardo, Gli anni del Sessantotto di Susanna Trippa si scala gli anni e le indecisioni della protagonista, la scrittrice stessa, che come i figli dei fiori pensava di cambiare il mondo e di toccare le stelle. In una Bologna dalle sciarpe rosse al vento, Susanna si affida alla mente, ai ricordi, in un percorso introspettivo che la porta ad analizzare con schiettezza come ha vissuto il Movimento che ha segnato un’epoca. Non nasconde nulla, neanche le sfrontatezze da bambina. Si racconta, la scrittrice. La sua appartenenza ai ricordi la mettono in salvo da un modo di sentire finito e sfiorito in qualcos’altro. Per capirlo, però, ha dovuto osservare, respirare, annusare, entrarci anche dentro in punta di piedi nel Movimento, fino ad andarsene alla chetichella per la delusione, per i dubbi. Il Sessantotto, scavando a fondo, sembrerebbe una messa in scena di ideali con le sue manifestazioni, con le parole dure e vergognose alle forze dell’ordine, con azioni di fuoco. Un inganno, per nascondere altro. Disarmante la penna della scrittrice. La sua prosa si imprime sulla pelle del lettore come ondate chiassose. Senti che ti appartiene, che è una parte di te. Lo stile è corposo, profumato, sa di magia, di innocenza, di consapevolezza, di equilibrio trovato.

    http://emmepress.com/2020/08/25/come-cambia-lo-sguardo-di-susanna-trippa-recensione/?fbclid=IwAR16DEg4gnZtKbGve7DtxLS2Q1uQQKBUSFy_24KCPuvErGeVNsm0MmhbAH0

  8. federica

    https://www.blogger.com/blog/posts/8735983789857475423?q=come%20cambia%20lo%20sguardo
    Ho letto questo libro l’anno scorso e ne sono rimasta affascinata, soprattutto perchè quei anni non li ho vissuti ma ne ho sempre sentito parlare in modo differente. E’ un racconto autentico ma soprattutto che ci mostra come il mondo che abbiamo oggi è a causa degli errori che sono stati fatti in quei anni.
    La mia recensione completa la potete trovare a link che vi ho inserito sopra.

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Descrizione

Il corpo principale del libro Come cambia lo sguardo è la narrazione dei miei primi trent’anni di vita. E io chi sono? Una persona già nota al pubblico? Con una certa visibilità? No. Sono una persona qualsiasi, una donna in questo caso, che si è trovata a rievocare, con spontaneità e gioia della memoria, momenti della propria vita e intanto, nello scrivere, si accorgeva che questi coincidevano con passaggi epocali soggetti a forti cambiamenti di sguardo. Dai primi anni Cinquanta – quasi un dopoguerra – quand’ancora a Bologna, negli inverni freddi, sentivo odore di frittelle impastate con farina di castagne e cotte per strada, le “mistocchine”, fino ad arrivare al marzo del ’77 – Radio Alice e gli Anni di piombo come una nube scura… infine l’approdo a Bergamo e all’età adulta. In mezzo, riaprendo i cassettini della memoria, stanno l’ubriacatura del miracolo economico, il Sessantotto e quanto poi ne derivò. Un percorso di vita in quegli anni, da bambina a donna, in cui cambia lo sguardo.

AUTRICE Susanna Trippa è nata a Bologna e lì laureata in Lettere moderne e Storia dell’Arte. Si trasferisce a Bergamo nel 1977, dove lavora prima come insegnante poi nel settore pubblicitario. Da vent’anni vive in Valcavallina, con famiglia ed animali, nella casetta che ha dato nome e immagine al suo primo libro I racconti di CasaLuet (2008 Lampi di Stampa) Una fitta rete di racconti, sogni e magia. Il romanzo epico/fantasy Il viaggio di una stella (2015 Elison Publishing) è il suo ultimo pubblicato.

Informazioni aggiuntive

Autore

Genere

Collana

Pagine

Formato

ISBN

Anno

8 recensioni per Come cambia lo sguardo

  1. Librilamiavita

    Un libro che lascia decisamente il segno, soprattutto per chi quegli anni li ha vissuti. Io sono nata un po’ dopo ma i racconti dei miei genitori e dei miei nonni sono stati per me come un vissuto. Anche se sono nata negli anni 70’, la mia infanzia non è stata molto diversa da quella descritta da Susanna: a distanza di anni, confrontandola inevitabilmente con quella dei mei figli, mi rendo conto di aver vissuto degli anni meravigliosi, un tempo bellissimo alla continua scoperta di cose nuove, un tempo in cui la noia non ha mai fatto parte della mia vita. L’autrice ci racconta di un tempo andato e che purtroppo non tornerà più in cui l’infanzia e la gioventù erano scanditi da legami profondi e duraturi, in cui ogni cosa dovevi scoprirla da te perché i rapporti con i tupi genitori erano diversi e non potevi soddisfare la tua curiosità su internet e la tua amica diventava inevitabilmente la tua complice. Pagina dopo pagina, si snoda la vita di Susanna in un susseguirsi di ricordi che catturano l’attenzione del lettore e che l’autrice alterna a profonde riflessioni: l’infanzia, i genitori, gli amici, la scuola, le vacanze ed il mare. E poi la crescita, l’adolescenza ed i suoi cambiamenti, il liceo e l’università con le nuove esperienze di vita, i meravigliosi viaggi presso mete lontane e con mezzi di fortuna. Tutto ci parla di un tesoro prezioso perduto perché superato dalla modernità. Tutto scorre non solo il tempo ma anche mode, libri e film, tutti rigorosamente citati dalla scrittrice a rafforzare l’affresco di quegli anni che ora appaiono così lontani. Lo stile è fluido con una narrazione scorrevole e molto accattivante: una narrazione che suscita sentimenti contrastanti e per questo in grado di tenere sempre viva l’attenzione. Confesso che è un libro che mi ha tenuto sveglia, non per la lettura, ma per sentimenti piuttosto forti che ha suscitato in me: a volte ho sognato i miei ricordi di infanzia, un’infanzia che avevo quasi perduto, assorbita come sono da un’epoca così diversa. E inevitabilmente ho pensato a tutte le cose belle che hanno perso i miei figli perché la felicità risiede nelle piccole cose, conquistate giorno per giorno e per questo più apprezzate.

  2. Roberto B.

    Come cambia lo sguardo racconta la vita dell’autrice descrivendo come la vita è cambiata. Generazioni a confronto, il classico rigido della generazione che ha vissuto la guerra e il colore di sfida di coloro che ripudieranno la guerra. Il sessantotto è entrato nelle vite dei ragazzi senza bussare, ha sfondato la porta cambiando le esistenze. Voluto dai giovani dell’epoca ma incompreso dagli adulti che hanno sempre visto la nuova generazione come persa in tutta quella modernità. Lo sguardo cambia ma la storia no, i ragazzi del sessantotto si scontrarono con la generazione precedente come oggi i ragazzi del duemila si scontrano con chi non vuol cedere allo smartphone, ai social, alla realtà virtuale, insomma al forte progresso tecnologico. In pratica come l’idea del sessantotto entrò senza bussare oggi l’invasore è la tecnologia. Ad ogni modo Come cambia lo guarda apre gli occhi del lettore su un periodo tanto difficile quanto affascinante e Susanna lo fa con uno stile ed eleganza che rendono la lettura piacevole e coinvolgente.

  3. Paolo

    Un romanzo veramente particolare quello di Susanna Trippa. Un’autobiografia, un tentativo ben riuscito di immortalare sulla carta ricordi e momenti fondamentali e semplici della vita.
    Un tuffo nella memoria di una donna, vissuta in un’epoca incredibile e ricca di eventi di portata eccezionale. Siamo abituati ad osservare la storia attraverso quei grandi e importanti eventi che ne hanno inevitabilmente cambiato il corso. Spesso, però, ci si dimentica che mentre avvenivano quei grandi fatti, le persone vivevano, sognavano, andavano al cinema, in vacanza…Insomma, vivevano le proprie vite e osservavano il mondo, cercando di cogliere il senso di ciò che accadeva interno a loro.
    Prima, attraverso brevi e sporadiche immagini, come istantanee immortalate nella memoria, l’autrice ci riporta ai suoi primissimi anni, alla scuola, ai giochi di un tempo, alle passeggiate per le strade di Bologna con i genitori, ai cinema affollati, ai giochi, semplici e divertenti con la cara amica d’infanzia Valentina. Poi, attraverso immagini più lunghe, come filmati, veniamo trasportati ai primi giorni di scuola, ai primi esami e ai primi amori, alle prime vacanze senza genitori, a quelle con i compagni di classe, alle prime delusioni. Proseguendo con la lettura risulta più evidente il rapporto con alcuni fatti storici rilevanti poiché essendo più grande e matura, l’autrice, riesce a cogliere la portata di alcuni eventi fondamentali, sebbene si renda lei stessa conto che questi giungano in Italia, il più delle volte, solo come echi lontani. Ancora, negli anni del liceo e dell’Università, il conflitto interiore, gli echi del ’68, lo scalpitare dei giovani per rompere le tradizioni del passato e portare qualcosa di nuovo.
    Attraverso uno stile raffinato, ricercato e poetico l’autrice, una sognatrice, una lettrice e una cinefila appassionata, una ragazza con tanta voglia di vivere, sperimentare, viaggiare, ci racconta una storia incantevole.
    Vivamente consigliato!

  4. Maurizio Scandurra

    In un momento storico di continui cambiamenti, indecisioni e relativismi di ogni genere che fioriscono come funghi, val la pena fermarsi a riflettere. Per capire chi siamo, da dove proveniamo, e, soprattutto, dove stiamo andando. Quale direzione abbiamo intrapreso, e soprattutto quale approdo ci attende. Per capire, per l’appunto, “Come cambia lo sguardo”, alle volte, il più delle volte, occorre guardarsi indietro, alle spalle. E rivolgere l’occhio alla memoria dei ricordi: quelli più sottili, più fragili, forse anche più intimi e personali, ma che, spesso, sono anche i soli in grado di dare una giusta e corretta lettura al passato perché sia di piena utilità alla comprensione del presente. Proprio come ha saputo fare Susanna Trippa, stimata scrittrice e intellettuale, che nel suo ultimo romanzo approfondisce, sul filo dell’autobiografia mai autoreferenziale né tantomeno celebrativa, i volti, i colori, gli umori, i pensieri, gli stili, le abitudini e gli atteggiamenti di un’epoca – il Sessantotto e i suoi lasciti – che, per certi aspetti, molto ricalca del momento attuale.

  5. Il libro dei fatti

    “Come cambia lo sguardo. Gli inganni del Sessantotto” è il nuovo romanzo autobiografico di Susanna Trippa, classe 1949 con le prefazioni del senatore Ignazio La Russa e del giornalista Maurizio Gussoni. La sua è una testimonianza: bambina negli anni Cinquanta e ragazza nel Sessantotto. Le varie fasi di formazione della protagonista – dall’infanzia all’età adulta – si legano strettamente ai forti cambiamenti di sguardo che accompagnarono il periodo che va dagli anni Cinquanta a quelli di piombo nella rossa Bologna. Susanna Trippa è nata nel capoluogo emiliano.

  6. C.

    Devo ammettervi che inizialmente ho avuto un approccio negativo alla lettura, in quanto la prefazione (anche abbastanza lunga) mi ha portato a credere si trattasse di un libro a stampo fortemente politico, mentre dalla sinossi mi ero fatta tutt’altra idea. Ma da buona lettrice non mi sono lasciata ingannare e sono andata oltre. E ho fatto bene!
    Infatti, si è rivelato essere un libro particolare che parla del vissuto personale dell’autrice, che lega sontuosamente il racconto ai fatti storici del periodo della sua infanzia e della sua gioventù, con uno sguardo soggettivo, ma anche molto critico. L’ho letto a piccole dosi, assorbendone lentamente la ricca intensità. Sì, è vero, la politica c’entra, ma rimane marginale, di sfondo. Non c’è una trama, non è un romanzo, ma è il racconto in prima persona dei momenti significativi che hanno caratterizzato la vita dell’autrice, che narra facendosi trasportare dal filo dei ricordi. Da quelli più antichi, legati a un’infanzia vissuta in una Bologna del primo dopoguerra, a quelli successivi caratterizzati dall’entusiasmo per le prime novità del boom economico; da quelli vissuti tra i banchi di scuola, a quelli dei primi viaggi in Oriente, rigorosamente in autostop. E tanto altro.
    Susanna Trippa ci regala miriadi di istantanee di un periodo che ha fatto sognare numerose generazioni, narrandocele, però, con la sincerità più assoluta e, soprattutto, dando la priorità alle proprie sensazioni. E’ così che sentiamo con lei il profumo delle mistocchine in una tranquilla Bologna dei primissimi anni Cinquanta, attraversiamo con lei il cortile della casa di Via Gorizia, osserviamo i bambini maschi che giocano a fare la guerra, siamo con lei a guardare i film nei cinema all’aperto nelle sere d’estate, ci trucchiamo di nascosto insieme all’amica del cuore Valentina, e intraprendiamo con l’autrice quel percorso di crescita interiore che porta a voler capovolgere il conformismo dell’epoca, a voler evadere da una realtà stretta, a sentirsi parte di qualcosa che, in fin dei conti, è l’altra faccia della medaglia.
    Un libro che non si limita al racconto in sé, ma attraverso le profonde riflessioni dell’autrice ci narra la sua “rossa” e “rivoluzionaria” giovinezza, facendoci percepire il senso di insoddisfazione e la voglia di ribellarsi di una generazione costretta a fare, inconsapevolmente, da anello di congiunzione tra l’antico e il moderno.
    Una peculiarità che ho adorato, da patita di fotografie quale sono, sono proprio le foto personali che fanno capolino di tanto in tanto tra un capitolo e l’altro. Numerosi e graditi sono, inoltre, i riferimenti cinematografici e musicali.
    Per non parlare dello stile di scrittura: fluido, semplice e impeccabile…il sogno di ogni lettore!
    Se dovessi utilizzare degli aggettivi, definirei questo libro intenso, attuale e difficile.
    Intenso, perché travolge completamente il lettore.
    Attuale, perché il percorso interiore dell’autrice, al di là del contesto storico, è quello che, a mio parere, vive ogni giovane individuo che si approccia al mondo degli adulti.
    Difficile, perché l’autrice narra di un periodo storico non spiegando alcuni concetti o riferimenti che non tutti conoscono.
    Per me “Come cambia lo sguardo” è tutto questo.
    E’ storia.
    E’ sentimento.
    E’ pensiero.
    E’ testimonianza di un passato recente che si deve conoscere.

  7. Lucia Accotto

    L’entusiasmo, l’euforia, si infiammano e si spengono con niente. Gli animi, a volte, seguono le correnti. Si lasciano influenzare o si attaccano alla propria voce. Il senso di appartenenza politico, culturale, territoriale, identitario, per molti segna la strada. È una bussola emotiva che cresce o muore a seconda dei casi e delle persone. Appartenere a qualcosa significa avere dei principi, degli obiettivi, non perdersi quando le nuvole coprono le sicurezze. Certo, non bisogna avere i paraocchi. Essere chiusi nelle proprie convinzioni, facilmente confutabili, è da ottusi. È come restare bambini con il palloncino in mano, allentata la presa alla prima distrazione, scappa. A tradimento. È vero, usare troppa ragione inasprisce l’anima, però, assecondarla troppo si rischia di essere travolti. I dubbi servono, sono fondamentali, rinfrescano il senso critico e costruiscono la personalità di ognuno. Insomma, anche le certezze sbiadite dall’appartenenza ad un ideale può essere ripudiate. E siamo ingannati da noi stessi o da chi ci ha fatto credere che fosse giusto così, che le cose andavano cambiate, fatte. I poteri forti nascondono molte verità, insabbiano appartenenze, decidono da quale parte guardare, su chi e cosa puntare. Velando, oscurando e addirittura anche distorcendo gli obiettivi a cui la massa si volge con speranza. Pochi conoscono la vera appartenenza a qualcosa, che poi diventa altro, che si modifica sulla base delle menti poco rette e degli interessi di potere. La politica ne è un esempio. In Come cambia lo sguardo, Gli anni del Sessantotto di Susanna Trippa si scala gli anni e le indecisioni della protagonista, la scrittrice stessa, che come i figli dei fiori pensava di cambiare il mondo e di toccare le stelle. In una Bologna dalle sciarpe rosse al vento, Susanna si affida alla mente, ai ricordi, in un percorso introspettivo che la porta ad analizzare con schiettezza come ha vissuto il Movimento che ha segnato un’epoca. Non nasconde nulla, neanche le sfrontatezze da bambina. Si racconta, la scrittrice. La sua appartenenza ai ricordi la mettono in salvo da un modo di sentire finito e sfiorito in qualcos’altro. Per capirlo, però, ha dovuto osservare, respirare, annusare, entrarci anche dentro in punta di piedi nel Movimento, fino ad andarsene alla chetichella per la delusione, per i dubbi. Il Sessantotto, scavando a fondo, sembrerebbe una messa in scena di ideali con le sue manifestazioni, con le parole dure e vergognose alle forze dell’ordine, con azioni di fuoco. Un inganno, per nascondere altro. Disarmante la penna della scrittrice. La sua prosa si imprime sulla pelle del lettore come ondate chiassose. Senti che ti appartiene, che è una parte di te. Lo stile è corposo, profumato, sa di magia, di innocenza, di consapevolezza, di equilibrio trovato.

    http://emmepress.com/2020/08/25/come-cambia-lo-sguardo-di-susanna-trippa-recensione/?fbclid=IwAR16DEg4gnZtKbGve7DtxLS2Q1uQQKBUSFy_24KCPuvErGeVNsm0MmhbAH0

  8. federica

    https://www.blogger.com/blog/posts/8735983789857475423?q=come%20cambia%20lo%20sguardo
    Ho letto questo libro l’anno scorso e ne sono rimasta affascinata, soprattutto perchè quei anni non li ho vissuti ma ne ho sempre sentito parlare in modo differente. E’ un racconto autentico ma soprattutto che ci mostra come il mondo che abbiamo oggi è a causa degli errori che sono stati fatti in quei anni.
    La mia recensione completa la potete trovare a link che vi ho inserito sopra.

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