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Il mistero del Cristo senza croce

15,29

Ora che il papa è sceso dal suo trono dorato, anche l’immagine di Cristo si stacchi dalla croce, facendosi strumento di unione fra tutti i cristiani.

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Descrizione

Nella Firenze del rinascimento, dove alcuni medium si proiettano attraverso internet, troviamo il grande Michelangelo, che a uno di essi rivela di avere scolpito un Cristo senza la croce, affinché questi, spogliato di quel simbolo di dolore e di morte, possa essere uno strumento non più di divisione, ma di unione fra i credenti di tutte le religioni. Quella notizia scandalizza la Chiesa cattolica che, vedendo minacciato il suo primato sulle altre religioni, cerca di impadronirsi della scultura per farla sparire. Ma l’artista, sul letto di morte, affida il Cristo al suo giovane assistente. Saranno i quattro sensitivi a ritrovarlo e a svelare il senso della scultura: una verità che, a cinque secoli di distanza, si dimostra più che mai attuale.

Mario Scaffidi Abbate ha al suo attivo più di quaranta pubblicazioni, fra romanzi, saggi e traduzioni di testi greci e latini. Ha collaborato anche a diversi programmi radiofonici della Rai, in particolare con sceneggiati di carattere storico e linguistico, e ha scritto testi per la televisione e per il teatro. Esperto linguista, ha fatto parte del Comitato ministeriale per la salvaguardia della lingua italiana (insieme a Tullio De Mauro). Autore di numerosi articoli su giornali e riviste fin dal 1946, ha diretto il periodico «Cultura» (organo dell’Istituto europeo per le politiche culturali, di cui è stato vicepresidente). Attualmente dirige il «Conciliatore nuovo» ed è vicedirettore del mensile bilingue «My Time».

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Nella Firenze del rinascimento, dove alcuni medium si proiettano attraverso internet, troviamo il grande Michelangelo, che a uno di essi rivela di avere scolpito un Cristo senza la croce, affinché questi, spogliato di quel simbolo di dolore e di morte, possa essere uno strumento non più di divisione, ma di unione fra i credenti di tutte le religioni. Quella notizia scandalizza la Chiesa cattolica che, vedendo minacciato il suo primato sulle altre religioni, cerca di impadronirsi della scultura per farla sparire. Ma l’artista, sul letto di morte, affida il Cristo al suo giovane assistente. Saranno i quattro sensitivi a ritrovarlo e a svelare il senso della scultura: una verità che, a cinque secoli di distanza, si dimostra più che mai attuale.

Mario Scaffidi Abbate ha al suo attivo più di quaranta pubblicazioni, fra romanzi, saggi e traduzioni di testi greci e latini. Ha collaborato anche a diversi programmi radiofonici della Rai, in particolare con sceneggiati di carattere storico e linguistico, e ha scritto testi per la televisione e per il teatro. Esperto linguista, ha fatto parte del Comitato ministeriale per la salvaguardia della lingua italiana (insieme a Tullio De Mauro). Autore di numerosi articoli su giornali e riviste fin dal 1946, ha diretto il periodico «Cultura» (organo dell’Istituto europeo per le politiche culturali, di cui è stato vicepresidente). Attualmente dirige il «Conciliatore nuovo» ed è vicedirettore del mensile bilingue «My Time».

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