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Le fasi più avanzate del lavoro relativo alla creazione de I predoni del gran deserto, graphic novel illustrata da Paolo Loreto

In questo articolo parleremo delle sequenze finali del lavoro di trasposizione in graphic novel de I predoni del gran deserto di Emilio Salgari, prossimamente in uscita per il marchio Risfoglia.

Nel nostro precedente articolo dedicato al progetto di trasposizione in graphic novel de I predoni del gran deserto, abbiamo parlato delle fasi iniziali di lavoro, concentrandoci su immagini solo abbozzate o solo parzialmente tratteggiate. Abbiamo visto il passaggio da vignette realizzate a matita – in cui i volti, gli abiti, le parti del corpo e i gesti dei personaggi dovevano essere ancora delineati – a immagini più nitide, precise e chiare ma non ancora riempite di colore e testi.

Nell’articolo di oggi vogliamo parlare proprio di questo ultimo ciclo del lavoro, andando ad analizzare il modo in cui le scene cominciano a prendere colore e a vivacizzarsi e andando ad approfondire il rapporto tra immagini e testo, finalmente inserito nelle vignette.

Afza e William: dalle immagini solo abbozzate alle sinuose figure della fase finale

Partiamo da una vignetta già analizzata nel precedente articolo e osserviamone insieme l’evoluzione finale: un trionfo di colori e di forme in grado di tenere incollati lettori e lettrici. Il volto e il gesto e di Afza, infatti, sono ora completamente rinoscibili e i suoi capelli, dall’acconciatura ben definita cadono sinuosamente sulle sue spalle: il suo braccio, che nella vignetta iniziale (sulla sinistra) risentiva ancora del lavoro di matita, utile per definirne la struttura e la quantità di spazio da utilizzare, cinge ora perfettamente il corpo di William. Inoltre, appare con chiarezza sullo sfondo Afza intenta a suonare uno strumento musicale, mentre nella prima vignetta il personaggio non era ancora individuabile così come non risultava riconoscibile lo strumento musicale. In primo piano, invece, si può osservare un pensoso William, il cui cappello, poggiato sulla schiena, sembra quasi dissolversi tra le nubi prodotte da un fumo nero e violaceo che avvolge tutta la scena, come se si trattasse di un sogno. I colori si mescolano mettendo in risalto le figure dei due protagonisti come se fossero illuminati dalla luce di un sole indirizzato unicamente sui loro corpi.

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La mongolfiera di William Fromster: dal disegno alla nitidezza dei colori

Comparando le due vignette in cui vengono rappresentati William e la sua mongolfiera possiamo notare quanto l’inserimento del colore contribuisca a fornire innumerevoli dettagli che si vanno a perdere nella vignetta iniziale. Le parti che vanno a costituire la mongolfiera risultano molto più chiare e anche il paesaggio, che nella vignetta iniziale sembra sospeso nel tempo (data la pervasività di un bianco etereo), assume caratteristiche più precise e riesce davvero a trasferire ai lettori l’impressione che William si trovi in un ambiente esotico in cui il verde, l’azzurro e il colore della sabbia trionfano. Anche l’espressione del protagonista acquisisce maggiore intensità e il suo vestiario precise connotazioni.

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L’inserimento del testo

Passiamo ora a un’altra fase essenziale del lavoro, ossia l’inserimento del testo all’interno dell scene rappresentate. Questo passaggio, per come lo vediamo nel suo risultato finale, sembra essere molto veloce e privo di ostacoli, ma in realtà è frutto di un’analisi accurata: il fatto che il testo si adatti così bene all’interno della vignetta, infatti, deriva da un lavoro preliminare sullo spazio, sull’immagine e sull’ordine degli elementi all’interno della vignetta. Testo e illustrazioni devono lavorare in sinergia, cercando di garantire a lettori e lettrici una buona leggibilità e allo stesso tempo l’opportunità di godersi appieno la scena in tutti i suoi dettagli. Vediamo, ad esempio, nelle due vignette proposte, come il testo si vada a inserire tra gli elementi domaninanti della scena senza sovrastarli o renderli poco visibili. Il testo, infatti, viene posizionato in quelle parti della vignetta dove non sono presenti elementi rilevanti ma solo colore e spazi liberi, dedicati proprio alla parole.

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Speriamo di avervi dato un altro interessante assaggio dell’intenso lavoro sostenuto per operare la trasposizione de I predoni del gran deserto in graphic novel. Abbiamo voluto mostrarvi il work in progress di questo progetto perché conoscerne i retroscena può rendere la fruizione del testo ancora più godibile e piacevole. Spesso affrontiamo la lettura di testi senza conoscerne le fatiche e le difficoltà dai quali sono nati: avere questa possibilità può sicuramente essere un ottimo modo per apprezzare di più sfumature e dettagli che sono poi il sale delle opere letterarie e della vita!

Flavia Palieri

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