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Uno, due, tre, quattro fiammiferi usò la bambina l’ultima notte dell’anno per riscaldarsi dal gelo invernale. La piccola fiammiferaia accende le speranze: le nostre, le sue e di tutti coloro che credono ancora in qualcosa.

La trama

Una delle fiabe più tristi del mondo, “La piccola fiammiferaia”, scritta nel 1848, è tra i capolavori dello scrittore danese Hans Christian Andersen.

Non si tratta del solito “vissero felici e contenti”, ma di qualcosa che va oltre la nostra stessa immaginazione. È la storia delle speranze che non muoiono mai e dei desideri nascosti dentro di noi.

La piccola fiammiferaia è una bambina costretta dal padre a vendere fiammiferi la notte di Capodanno. Sola, al gelo, non ha nulla con cui scaldarsi se non i suoi stessi fiammiferi. Ogni volta che ne accende uno, lei vede davanti a sé qualcosa che desidera: prima una stufa, poi una tavola imbandita, poi un albero di Natale e, infine, la sua defunta nonna che, vedendola morire congelata, la porta in Paradiso.

I fiammiferi 

I fiammiferi sono l’emblema delle illusioni umane: la bambina vive di desideri e sogni infranti. La piccola fiammiferaia accende le nostre speranze ogni volta che accende un fiammifero. Sono speranze effimere che si spengono in un istante, come la fiamma fioca di quei fiammiferi. Svanisce la stufa, così come la tavola, così come l’albero. Solo la nonna si materializza, ma la speranza è morta, come la piccola fiammiferaia. Eppure,

 Nessuno seppe tutte le belle cose che aveva vedute; nessuno seppe tra quanta luce era entrata, con la vecchia nonna, nella gioia della nuova Alba.

La speranza che la piccola fiammiferaia aveva cercato tra i fiammiferi è, in realtà, nascosta nel suo cuore.

Le più belle fiabe di Natale

La piccola fiammiferaia è una lettura insolita, ma si trova tra “Le più belle fiabe di Natale”. Perché? Perché Natale non è soltanto gioia e regali, non solo sorrisi e risate. Natale è anche tristezza e malinconia, nostalgia e rimpianto.

La piccola fiammiferaia accende le speranze dei nostri cuori, speranze talvolta fioche come la fiamma di quei fiammiferi, altre volte forti come la luce sprigionata dal cielo.

 

Elena Calabrese

 

 

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