Menu

“Niente è impossibile per una donna determinata”

Oggi vi mostriamo la meravigliosa copertina del nuovo Piccole Donne e Piccole Donne Crescono dell’Armando Curcio Editore. Finalmente un’edizione con una veste grafica fresca e svecchiata di un capolavoro che ha fatto la storia della letteratura per ragazzi. Un adattamento su cui la Curcio ha voluto lavorare con cura e dedizione per avvicinare i ragazzi alla lettura, soprattutto in un periodo storico difficile come quello che stiamo vivendo. Rifugiarsi nella lettura e in storie come questa potrebbe aiutare sicuramente i giovani, e non solo loro, a sentirsi meno oppressi dal peso della vita quotidiana.

Piccole donne
Scheda tecnica

TITOLO: Piccole Donne – Piccole Donne Crescono
GENERE: Letteratura per ragazzi
AUTORE: Louisa May Alcott
PROGETTO GRAFICO: Giulia Antonicelli
TRADUZIONE PICCOLE DONNE: Valentina Buffetti
TRADUZIONE PICCOLE DONNE CRESCONO: Chiara Cecilia
DATA DI USCITA: 18 marzo
PREZZO: 16,90

Piccole donne è stato ed è sicuramente ancora uno dei primi libri ricevuti in dono da bambina e spesso è uno degli unici che, durante la crescita, si rilegge più e più volte.

Le avventure delle sorelle March sono ormai note a tanti, ma sono in pochi a sapere che in realtà è un romanzo nato per caso. Alla sua autrice Louisa May Alcott difatti era stato commissionato un semplice romanzo per ragazze e lei stessa dichiarò che quel lavoro “da fare” non le piaceva affatto. La scelta del finale inoltre appare forzata ed effettivamente lo è: l’Alcott era stata costretta dal suo editore a far sposare la protagonista del romanzo, pena il ritiro dell’offerta di pubblicazione.
Alla fine comunque la storia di queste ragazze che affrontano le difficoltà della vita e cercano di migliorarsi e realizzare i propri sogni fu un immediato successo.

Tutti i temi trattati sono ancora assolutamente attuali: adeguarsi all’assenza di un genitore, i primi amori, le prime delusioni, i primi imprevisti del diventare adulte. Inoltre le protagoniste sono contemporanee perché sono imperfette, combattono contro i loro difetti e si sentono inadeguate rispetto ai canoni della società, proprio come le adolescenti di oggi.

In casa March poi si insiste sull’istruzione e sull’indipendenza, per questo può essere anche definito un romanzo protofemminista: la protagonista Jo, ribelle e anticonformista, non considera il matrimonio come strada per la realizzazione femminile, ma piuttosto lotta per l’affermazione nel lavoro e il perseguimento delle sue aspirazioni.
Di fatto dal 1868, anno della prima pubblicazione, generazioni di lettrici non hanno smesso di identificarsi nelle sorelle March. Come non riconoscersi, in qualsiasi secolo, in un conflitto tra quel che si vuole essere e quel che si ha la capacità di diventare?

Ci sono però anche cose che oggi siamo in grado di leggere con occhi diversi, come il finale di Piccole Donne Crescono che sembrava un finale perfettamente sensato, con la madre orgogliosa e grata per non poter immaginare per le sue figlie una felicità maggiore di quella dell’essere tutte sposate e con figli. Ma oggi questo finale ci lascia con diverse domande: dov’è finito il sogno di Jo di diventare una grande scrittrice? E perché Amy abbandona la sua aspirazione di diventare una pittrice?
È come se si siano adattate a degli stereotipi imposti da quella società. Cosa che fortunatamente oggi accade assai meno, anche se non possiamo dire che gli stereotipi di genere siano completamente superati. Probabilmente sono diversi e meno eclatanti, ma continuano a insinuarsi in diverse forme e in diversi contesti.

Piccole Donne è di grande ispirazione e dà al pubblico, in particolar modo alle nuove generazioni, la possibilità di riflettere sul concetto di libertà in ogni sua declinazione. È considerato sin dagli albori un vademecum per l’emancipazione personale di donne e scrittrici; tante sono state le autrici che ne hanno rivendicato l’ispirazione, da Simone de Beauvoir a Margaret Atwood e a Elena Ferrante. Tuttavia è errato e riduttivo considerare questo capolavoro come un romanzo al femminile: si tratta di un classico universale che, come tale, dovrebbe essere indistintamente fruito da tutti, senza alcuna distinzione.

Se è vero che i classici si riconoscono dalla loro capacità di trasmettere qualcosa in epoche diverse da quella in cui sono stati scritti, questo romanzo sancisce una volta per tutte di essere ben più di un modello per le giovinette dei tempi passati e che la sua storia di formazione è universale oltre ogni barriera di tempo e di genere.

di Elena Sperduti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *