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«Tu sei un colibrì, perché come il colibrì metti tutta la tua energia nel restare fermo».

Il colibrì si è aggiudicato il Premio Strega 2020: storico bis per Sandro Veronesi.

LA STORIA DE IL COLIBRÌ

Marco Carrera, protagonista del romanzo, è un uomo che impiega tutta la propria forza per rimanere immobile di fronte al cambiamento: è il colibrì che, nel suo movimento incessante, resta sempre fermo, saldo, per trovare il punto d’arresto soltanto nella caduta, invaso da un “caos calmo” che lo mantiene in vita.

Il centro de Il colibrì è il quartiere Trieste di Roma: l’intreccio di vite, vissute al limite, si svolge in un arco temporale privo di contorni definiti, da ricucire a posteriori in un continuo alternarsi di piani temporali, dal 1970 al 2030. Passato, presente e futuro si ingarbugliano in modo discontinuo ma in un crescendo logico.

Tutta la vita di Marco Carrera è racchiusa nelle pagine di questo romanzo metamorfico. Un album di famiglia che genera nel lettore una necessità urgente di seguirne (e comprenderne) i risvolti, un lungo monologo interiore che racchiude un’intera esistenza.

I PERSONAGGI

Uno dei personaggi che fa da fil rouge nella circolarità del romanzo è lo psicanalista Daniele Corradori: si tratta di una figura professionale che testimonia la complessa precarietà dei personaggi del romanzo, tutti incompresi, afflitti da continui problemi legati alla difficoltà di stare al mondo, un universo degenerato a causa di scelte sbagliate e lutti dolorosi, una tela ricamata da un destino imprevedibile.

L’autore Sandro Veronesi ha costruito in maniera impeccabile i personaggi che si muovono intorno a Marco Carrera e ne scrivono il destino, a partire da Luisa, l’amante epistolare che condivide il suo amore, ma che non ha mai saputo ricambiarlo concretamente, se non attraverso lettere e cartoline: una storia d’amore che non finisce (o che, in questo caso, nemmeno comincia) e che continuerà a perseguitare la vita dei protagonisti «con il suo nulla di cose non dette, azioni non compiute, baci non dati».

Adele è la figlia di Marco Carrera, cresciuta nella convinzione di avere un filo invisibile dietro la schiena, un disturbo infantile legato all’assenza paterna; un filo che, una volta divenuto visibile e palpabile, si spezza, in balia di un fato imprevedibile. La crucialità e intensità del momento si riflettono nella sintassi priva di segni di interpunzione forti, che non lascia al lettore tempo e modo di respirare, immergendolo totalmente, per numerose pagine, in una lettura incalzante e regressiva.

Lo stesso fato donerà a Marco Carrera Miraijin, ossia “l’Uomo del futuro”, che cambierà il tecnologico mondo postmoderno attraverso i mezzi di comunicazione di massa, combattendo nella rete «il bacillario nel quale proliferano le metastasi della libertà».

VINCITORE O VINTO?

Tra citazioni di poeti antichi, fumettisti orientali, cantautori moderni e scrittori contemporanei, sarà compito del lettore capire se le molteplici chiavi di lettura offerte dal romanzo renderanno Marco Carrera vincitore o vinto.

Il piccolo colibrì non è rimasto immobile dinanzi al cambiamento, non è mai precipitato: nel suo continuo sbattere di ali si è trasformato, al passo con i tempi, percorrendo strade ignote. «Per andare dove non sai devi passare per dove non sai».

 

Giulia Casilli

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