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In occasione dell’anniversario della morte di Emilio Salgari, abbiamo voluto ricordare lo scrittore parlando del suo stile e del suo romanzo d’avventura, I predoni del gran deserto, che uscirà prossimamente, per il marchio Risfoglia, in versione graphic novel, con illustrazioni di Paolo Loreto.

Moira Marchetti, che si è occupata dell’adattamento del testo dall’originale, ha analizzato profondamente la scrittura di Emilio Salgari e le caratteristiche peculiari del romanzo in questione. Abbiamo, dunque, pensato di rivolgerle delle domande per celebrare lo scrittore e per far capire a lettori e lettrici l’impegno e lo studio sottesi all’adattamento de I predoni del gran deserto e, conseguentemente, le diverse fasi che lo hanno caratterizzato:

Come descriverebbe il testo originale de I predoni del gran deserto scritto da Emilio Salgari?

Descrivere un testo come quello che ho avuto l’onore di adattare è un piacere immenso, esso appartiene all’ultima fase della carriera di Salgari e posso descriverlo come un racconto semplice, lineare e dotato di un’incredibile forza narrativa e descrittiva. Mai banale, è ricco, ricchissimo di riferimenti alla cultura orientale e induce il lettore-viaggiatore ad abbandonare con la fantasia gli agi della vita quotidiana, per un contesto più primitivo, dotato di immenso fascino.

Quanto di ciò che viene narrato può essere considerato frutto della fantasia dello scrittore e quanto può essere, invece, ritenuto il risultato di documentazione e ricerca? Come è riuscito, secondo lei, Emilio Salgari a bilanciare questi due aspetti?

Studiando attentamente il testo e la vita di Salgari ho avuto modo di apprendere, con immenso stupore, che in realtà egli fu un “ viaggiatore virtuale”. La sua vita, mai semplice e costantemente costellata di eventi funesti, lo ha portato a viaggiare pochissimo, ma a non privarsi di questa passione divorando  pagine su pagine di atlanti e dizionari, grazie ai quali inventò più di 1.300 personaggi,  basando ogni suo libro su scrupolosi approfondimenti legati in particolar modo alle descrizioni realistiche e particolareggiate dei luoghi e degli usi e costumi di popoli molto lontani dalla sua realtà quotidiana. A mio avviso Salgari è riuscito con innegabile maestria a bilanciare perfettamente i suoi studi e la sua fervida immaginazione.

Come ha pensato di organizzare il suo lavoro di riduzione sul testo e il suo adattamento? Si è servita, ad esempio, di una scaletta?

Organizzare il lavoro di riduzione del testo è stato un percorso lungo e meticoloso. Ho preferito leggere sin da subito il testo nella sua versione integrale, composto da circa 350 pagine, per passare poi a una versione ridotta di circa 120 pagine. Dopo essermi fatta un’idea molto chiara dei personaggi principali, ho iniziato a fare una mia personale riduzione del testo servendomi di una scaletta e sfruttando, spero al meglio, il dono della sintesi, cercando di prestare attenzione a non dimenticare nessun passaggio importante.

Trattandosi di una graphic novel rivolta al giovane pubblico, si è reso necessario un intervento di semplificazione sul testo? In caso affermativo, come è stato impostato?

Rivolgendosi a un giovane pubblico si è reso necessario un intervento di semplificazione sul testo, senza però andare a stravolgere il senso e soprattutto lo stile di Salgari che rimane, in ogni suo scritto, uno stile fresco, pulito e quanto mai attuale.

Quale è stata, per lei, la fase più difficile del lavoro di adattamento svolto sul testo?

La fase più difficile è stata quella di sintetizzare il testo senza omettere o tralasciare passaggi importanti, soprattutto in ambito descrittivo. Salgari era un autore molto attento al lettore, spesso leggendo I Predoni del gran deserto ho chiuso gli occhi provando a immaginare quel paesaggio pieno di tramonti mozzafiato, di oasi verdeggianti tra sabbie e orizzonti senza confini. Trovare le parole giuste è stata una bella sfida, ma io amo le sfide e mi auguro che questa graphic novel, impreziosita dalle illustrazioni strepitose di Paolo Loreto, possa arrivare ai ragazzi in tutta la sua originalità. Sono certa che Salgari avrebbe apprezzato!

Flavia Palieri

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