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Perché ha scelto Senna come il nuovo protagonista delle sue storie di sport?

Perché è un campione che ho vissuto e ammirato in prima persona, con le sue splendide vittorie, la sua rivalità con Prost, il suo modo di correre, tanto coraggioso quanto organizzato nei minimi dettagli, fino al tragico epilogo di quel maledetto 1 maggio del 1994 quando la sua morte in gara lo consegnò, di fatto, all’olimpo delle leggende dello sport.

 

Chi era Ayrton Senna?

Un ragazzo con una fame di vittorie incredibile, pronto a sfidare e a superare qualsiasi ostacolo pur di raggiungere il suo obiettivo. Un uomo che non ha sfruttato la sua popolarità per un rendiconto personale, ma l’ha utilizzata sapientemente per cause molto più importanti come il volontariato, il sostegno ai più sfortunati; per portare avanti, paradossalmente, le battaglie volte alla sicurezza dei piloti in gara, senza usare il clamore della ribalta ma nel silenzio concreto che appartiene solo ai grandi uomini.

 

Cosa ha lasciato nell’immaginario popolare un campione come Senna?

Un ricordo indelebile. Senna si è impresso a fuoco nella mente e nel cuore di tutti i tifosi del pianeta, non solo in quelli brasiliani. Sono passati 27 anni dalla sua morte, eppure Senna rimane uno sportivo, un’icona ancora presente nella nostra memoria che riaccende quelle emozioni che nascevano dai suoi sorpassi, dal suo sguardo concentrato inquadrato dalle telecamere prima di ogni gara, dalla sua delusione dopo le sconfitte, dal suo viso di uomo gentile ma determinato; un uomo buono che sembrava essere uno di noi, un familiare, un amico. Senna è stato un campione del mondo, la cui grandezza era fatta di gesti semplici e dell’umiltà della gente comune. Uno sportivo celebrato anche dalla nazionale di calcio del suo paese che qualche mese dopo la sua morte avrebbe vinto il campionato del mondo e glielo avrebbe dedicato, dopo quella fine inspiegabile che ha gettato tutti noi nello sconforto consegnando Ayrton all’eternità.

 

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