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Le Bambine scomparse dell’Asia

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Descrizione

Benché profondamente diverse nella genesi, nella struttura, nell’ordinamento, nella cultura e nelle vicende storiche che sono tanto causa quanto effetto dei tratti distintivi che le caratterizzano, le società cinese e indiana appaiono accomunate da una discutibile prerogativa: il ruolo di assoluta e intransigente subalternità storicamente assegnato alla donna. Relegate di volta in volta − in virtù di tradizioni ata- viche e leggi scritte − nel ruolo di perfide e infide tentatrici o di esseri poco più che senzienti, adatti tutt’al più a servire devotamente il maschio padrone, fanciulle e bambine non sono mai state innalzate al pieno status di esseri umani, rimanendo confinate nel limbo della semplice proprietà, al pari degli oggetti e del bestiame. Poco hanno potuto le aperture di Mao e Nehru contro la discriminazione di genere, che, a partire dalla seconda metà del XX secolo, si è abbattuta con particolare e sistematica veemenza soprattutto su bimbe e neonate: alle «tradizionali» pratiche dell’infanticidio e dell’abbandono, tuttora largamente diffuse in entrambe le nazioni, si sono affiancati l’aborto selettivo e il lucroso − e spesso torbido − mercato delle adozioni internazionali. Cina e India presentano, infatti, un rapporto di genere tra i più bassi al mondo. La riabilitazione della figura femminile, la sua piena collocazione nella vita attiva della nazione, il completo riconoscimento della dignità e dei diritti, oltreché del significativo e insostituibile apporto al benessere del paese, costituiscono oggi una delle maggiori sfide che Cina e India sono chiamate a raccogliere. E, al fine della loro stessa sopravvivenza, a vincere.

AUTORE Gwendolyn Simpson Chabrier, statunitense, ha vissuto negli Stati Uniti e in Francia, per poi stabilirsi a Roma. Dopo aver conseguito il Bachelor of Arts e il Master of Arts presso l’Università di New York, ha studiato letteratura a Harvard e completato il dottorato alla Sorbona di Parigi. Docente presso l’Università di New York, l’Università di Rouen e la Sorbona, è stata a lungo agente lette- rario per conto delle Lebaud Editions di Parigi. È autrice di L’India degli in- toccabili (Premio Nabokov, 2015) e Le famiglie di Faulkner: una saga del Sud (Elle’s Readers Prize, 1988), entrambi editi da Armando Curcio Editore (2015 e 2016), e di Norman Mailer: l’uomo che si proclamò Messia, Un destino asiatico, Dietro il filo spinato (Premio Bancarella Romana, 2010), tradotti in italiano, francese e russo.

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Benché profondamente diverse nella genesi, nella struttura, nell’ordinamento, nella cultura e nelle vicende storiche che sono tanto causa quanto effetto dei tratti distintivi che le caratterizzano, le società cinese e indiana appaiono accomunate da una discutibile prerogativa: il ruolo di assoluta e intransigente subalternità storicamente assegnato alla donna. Relegate di volta in volta − in virtù di tradizioni ata- viche e leggi scritte − nel ruolo di perfide e infide tentatrici o di esseri poco più che senzienti, adatti tutt’al più a servire devotamente il maschio padrone, fanciulle e bambine non sono mai state innalzate al pieno status di esseri umani, rimanendo confinate nel limbo della semplice proprietà, al pari degli oggetti e del bestiame. Poco hanno potuto le aperture di Mao e Nehru contro la discriminazione di genere, che, a partire dalla seconda metà del XX secolo, si è abbattuta con particolare e sistematica veemenza soprattutto su bimbe e neonate: alle «tradizionali» pratiche dell’infanticidio e dell’abbandono, tuttora largamente diffuse in entrambe le nazioni, si sono affiancati l’aborto selettivo e il lucroso − e spesso torbido − mercato delle adozioni internazionali. Cina e India presentano, infatti, un rapporto di genere tra i più bassi al mondo. La riabilitazione della figura femminile, la sua piena collocazione nella vita attiva della nazione, il completo riconoscimento della dignità e dei diritti, oltreché del significativo e insostituibile apporto al benessere del paese, costituiscono oggi una delle maggiori sfide che Cina e India sono chiamate a raccogliere. E, al fine della loro stessa sopravvivenza, a vincere.

AUTORE Gwendolyn Simpson Chabrier, statunitense, ha vissuto negli Stati Uniti e in Francia, per poi stabilirsi a Roma. Dopo aver conseguito il Bachelor of Arts e il Master of Arts presso l’Università di New York, ha studiato letteratura a Harvard e completato il dottorato alla Sorbona di Parigi. Docente presso l’Università di New York, l’Università di Rouen e la Sorbona, è stata a lungo agente lette- rario per conto delle Lebaud Editions di Parigi. È autrice di L’India degli in- toccabili (Premio Nabokov, 2015) e Le famiglie di Faulkner: una saga del Sud (Elle’s Readers Prize, 1988), entrambi editi da Armando Curcio Editore (2015 e 2016), e di Norman Mailer: l’uomo che si proclamò Messia, Un destino asiatico, Dietro il filo spinato (Premio Bancarella Romana, 2010), tradotti in italiano, francese e russo.

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